Dato che la MCS è una malattia legata all'ambiente multi-sistemica cronica che comporta un abbassamento significativo della qualità della vita; 2. dato che la MCS è una inabilità acquisita a tollerare le sostanze chimiche, anche a basse dosi, che sono normalmente non tossiche per la media della popolazione; 3. dato che le sostanze chimiche - come profumi, detergenti, pesticidi, ecc. - sono presenti ovunque negli ambienti di vita quotidiana, così che le persone colpite da MCS sono in genere incapaci di una piena funzionalità, di lavorare, di svolgere le attività quotidiane e di avere una vita sociale piena; 4. dato che è stato stimato dall'Istituto Robert Koch di Berlino (2002) che la qualità della vita delle persone con MCS è inferiore a quella di chi è affetto da malattia cardiovascolare grave e tuttavia i fondi per il trattamento della MCS sono trascurabili rispetto a quelli destinati alla malattia cardiovascolare; 5. dato che le persone con MCS di stadio grave faticano duramente per trovare un ambiente sicuro in cui sopravvivere senza reazioni; 6. dato che gli studi internazionali mostrano una prevalenza della MCS tra il 3 e il 9% della popolazione e che colpisce soprattutto le donne; 7. dato che da questi dati internazionali si può presumere che la MCS rappresenti un costo per la società di miliardi di euro; 8. dato che la mancanza di una diagnosi precoce si traduce in un aggravamento della condizione; 9. dato il significativo sviluppo negli ultimi 15 anni delle indagini di laboratorio e delle ricerche cliniche sulla MCS; 10. dati i vari contributi alla letteratura sulla MCS dei ricercatori e dei medici italiani e la loro creazione di importanti collaborazioni internazionali;
dichiariamo che
La MCS è una malattia fisiologica caratterizzata da sensibilità chimica e dalla presenza di sintomi in diversi sistemi d'organo. Nella MCS avvengono diversi cambiamenti fisiologici, tra cui lo stress ossidativo/nitrosativo, l'infiammazione cronica, disfunzioni immunologiche e neurologiche. Non ci sono prove di un'origine psichiatrica di questa malattia. Ai pazienti con MCS devono essere forniti speciali protocolli di ospedalizzazione. La MCS richiede un approccio di cura multidisciplinare che è utile anche per la gestione di altre malattie croniche legate all'ambiente - come il diabete di tipo II e le malattie cardiovascolari - e le malattie neurodegenerative - come l'Alzheimer, il Parkinson e la SLA. Le strutture di assistenza sanitaria devono collaborare con i servizi sociali per aiutare i pazienti con MCS ad ottenere una opportuna e adeguata riabilitazione. Come parte del trattamento, gli individui affetti da MCS devono evitare le sostanze chimiche e ciò, a sua volta, richiede un'adeguata sistemazione sul posto di lavoro e nell'ambiente domestico.
Firmatari**
Prof. Marco Alessandrini, Medico Clinico, Specialista in Otorinolaringoiatria Dipartimento di Scienze Cliniche e di Medicina Traslazionale, Università di Tor Vergata, Roma, Italia
Dott.ssa Maria Grazia Bruccheri, Medico Clinico, Genetista Istituto di Ricerca Medica e Ambientale (IRMA), Acireale (CT), Italia
Dott.ssa Chiara De Luca, PhD, Ricercatrice di Biochimica Centro di Ricerche Biotecnologiche Innovative, Mosca, Russia
Dott. Vincenzo Di Spazio, Medico esperto di Medicina Climatica Centro Climatico di Predoi, Bolzano, Italia
Dott. Giuseppe Genovesi, Medico Clinico, Neuro-Immuno-Endocrinologo Policlinico Umberto I, Roma, Italia
Ashok Gupta, MA (CANTAB), MSc, Ricercatore di Neurologia del Cervello Harley Street Solutions, Londra, Regno Unito
Dott. Fiorenzo Marinelli, Ricercatore di Genetica Molecolare Istituto di Genetica Molecolare, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Bologna, Italia
Dott. Alessandro Micarelli, Medico, Specialista in Otorinolaringoiatria Dipartimento di Scienze Cliniche e di Medicina Traslazionale, Università di Tor Vergata, Roma, Italia
Dott. Peter Ohnsorge, Medico Clinico e Formatore di Medicina Ambientale Co-Fondatore e Membro del Direttivo dell'Accademia Europea di Medicina Ambientale (EUROPAEM), Wurzburg, Germania Prof. Martin Pall, PhD Professore Emerito di Biochimica e Scienze Mediche, Università dello Stato di Washington Direttore della Ricerca, The Tenth Paradigm, Portland, OR, Stati Uniti
Dott. Antonio Maria Pasciuto, Medico Clinico e Formatore di Medicina Ambientale Presidente dell'Associazione Italiana di Medicina, Ambiente e Salute (ASSIMAS) Membro del Direttivo dell'Accademia Europea di Medicina Ambientale (EUROPAEM), Wurzburg, Germania
Prof. Paolo D. Pigatto, Medico Clinico, Allergologo Dipartimento di Scienze per la Salute, Clinica Dermatologica, IRCCS Ospedale Galeazzi, Università di Milano, 20161 Milano;
Dott.ssa Alba Piroli, Medico Clinico, Anestesista Ospedale Regionale San Salvatore, Centro per le Cure Palliative, L'Aquila, Italia
Dott.ssa Tara Sampalli, PhD Assistente Direttore della Ricerca; Direttore Primary Health Care, Nuova Scozia, Canada
Dott. Ottaviano Tapparo, Medico Clinico, Odontoiatra Clinica Natrail, Monaco, Germania
* Conclusioni del Congresso Internazionale "Sensibilità Chimica Multipla (MCS): terapie e prevenzione", Roma, 15 gennaio 2015, organizzato dall'Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (A.M.I.C.A.).
** Questi medici e ricercatori sottoscrivono questo documento a titolo individuale e non per conto delle istituzioni per cui lavorano.
martedì 27 gennaio 2015
sabato 17 gennaio 2015
The Rome Resolution, consenso internazionale sulla Sensibilità Chimica Multipla
Si è appena concluso a Roma (15-16 gennaio 2015) presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati il convegno internazionale sulla Sensibilità Chimica Multipla (MCS) organizzato dalla vicepresidente dell'Associazione AMICA, dr Francesca Romana Orlando. La prima giornata è stata dedicata agli sviluppi delle ricerche cliniche sulla MCS con interventi dei seguenti relatori: la dr Chiara De Luca (Centre for Innovative, Biotechnological Investigations di Mosca) su biomarker dello stress ossidativo nella MCS e EHS, il prof. Paolo Pigatto (Università di Milano) sugli aspetti allergologici e tossicologici della MCS, il prof. Martin Pall (Università di Washington) sugli aspetti tossicologici e meccanismi della MCS. Il metabolismo cerebrale nella (dis)percezione olfattoria è stato il tema dell'intervento del prof. Marco Alessandrini dell'Università Tor Vergata di Roma, seguito dall'intervento del dr Ashok Gupta (Harley Stress Clinic di Londra) sul ruolo dell'amigdala, dell'insula e della corteccia prefrontale. Il dr Peter Ohnsorge (Accademia Europea di Medicina Ambientale, Germania) ha illustrato l'efficacia dell'approccio di medicina ambientale e la dr. Tara Sampalli ha condiviso le sue esperienze presso l'ospedale di Halifax (Canada) sulla gestione dei pazienti con MCS. In seconda giornata si sono alternati i medici che hanno illustrato l'approccio terapeutico di quest sindrome: la dr Alba Piroli anestesista presso l'Università di L'Aquila, il dr Giuseppe Genovesi (Università di Roma), la dr. Maria Grazia Bruccheri (Istituto di Ricerca Medica Ambientale), il prof. Ottaviano Tapparo (Clinica Natrail di Monaco di Baviera), il dr Fiorenzo Marinelli (CNR Bologna) e infine il dr. Vincenzo Di Spazio (Centro Climatico di Predoi) sul ruolo della speleoterapia nella profilassi della MCS e della EHS. I relatori hanno infine redatto un consensus, denominato "The Rome Resolution", sullo stato dell'arte e sulle strategie terapeutiche e profilattiche della MCS da presentare alle Autorità Politiche e Sanitarie.
domenica 4 gennaio 2015
Organo vomeronasale: sentinella biologica per la Sensibilità Chimica Multipla
Fonte immagine: www.feromoni.com |
Organo vomeronasale:
sentinella biologica per la Sensibilità Chimica Multipla (MCS)
Vincenzo Di Spazio, MD
Direttore Centro
Sperimentale per la cura dell’asma
Centro Climatico Predoi
(BZ)
RIASSUNTO
Il coinvolgimento dell’organo
vomeronasale (VNO) nel quadro eziopatogenetico della Sensibilità Chimica
Multipla è stato già oggetto di riflessioni in uno studio di Greene e Kipen
apparso nel 2002. In questo articolo vengono analizzati i risultati di diverse
indagini scientifiche riletti attraverso una nuova interpretazione: il ruolo dell’organo
vomeronasale, struttura filogeneticamente arcaica, come chemocettore
superficiale di allarme per l’intero organismo. In altre parole, questo organo
di senso olfattorio ausiliario non è coinvolto aspecificamente nella eziopatogenesi della
Sensibilità Chimica Multipla (MCS), ma svolge il ruolo attivo di sentinella
biologica del progressivo inquinamento ambientale.
L’organo vomeronasale (vomeronasal organ, VNO) viene considerato in
medicina un organo vestigiale, una traccia atavica di funzioni divenute
obsolete nel percorso evolutivo; si trova in compagnia di strutture ossee come
il coccige e la persistenza della sesta vertebra lombare (4% della popolazione
mondiale), dei muscoli orripilatori e del tubercolo di Darwin sul padiglione
auricolare. Nei mammiferi la presenza dell’organo vomeronasale è funzionale
alla captazione dei cosiddetti feromoni, molecole in relazione al comportamento
sessuale (scelta del partner idoneo, esclusione di partner inadeguato) e a
quello sociale. I feromoni sono molecole di segnalazione (signaling) che non
svolgono semplicemente un ruolo attrattivo nel quadro del comportamento
riproduttivo; anche qui operano in modo differenziato e selettivo. Queste
molecole di segnalazione possono determinare una duplice risposta: costituire
una classica trappola sessuale per favorire l’accoppiamento, ma anche
consentire l’evitamento del partner inadeguato. La liberazione di feromoni nelle
urine consente ai lupi di marcare chimicamente i loro territori di caccia,
segnalando agli altri gruppi concorrenti di tenersi alla larga. Foltan e Sedy
ipotizzano che il danneggiamento o la rimozione chirurgica del VNO in seguito a
osteotomia mascellare negli umani possa generare un’alterazione nella capacità
inconscia di selezionare un partner idoneo (3).
Per molto tempo, e in parte ancora oggi, è stata messa in discussione la
persistenza di questo organo di senso olfattorio ausiliario nell’umano adulto;
si pensa infatti che dopo la nascita questo sensibile chemocettore di
superficie vada incontro a involuzione irreversibile. Studi effettuati su 634
pazienti in età compresa fra 18 e 80 anni hanno dimostrato la presenza anatomica
del VNO in 312 soggetti, valore corrispondente al 49,21%: significa che quasi nella
metà delle osservazioni si è confermata l’esistenza di questa struttura nella
popolazione adulta. Di norma il VNO è un organo pari, ma questa caratteristica
non viene conservata nei soggetti con deviazione del setto nasale, dove è stato
osservato unilateralmente soltanto nella sezione concava (7). Altre indagini suggeriscono che l’osservazione
anatomica della cavità nasale con lente d’ingrandimento e per via endoscopica ai
fine della precisa localizzazione del VNO, sia un approccio incompleto,
trattandosi in realtà di una struttura submucosale, localizzata a circa 2-8 mm
sopra il recesso nasopalatino (NPR, NasoPalatine Recess). La posizione
submucosale determina un mascheramento della struttura, che può essere invece
evidenziata positivamente mediante istologia seriale (2). Sul piano
ultrastrutturale sono presenti numerosi assoni mielinici e amielinici, che
indicherebbero la corrispondenza di un epitelio chemosensoriale con l’organo
vomeronasale (5). Uno studio pubblicato nel 2014 (Wessels et al.) su cadaveri
adulti ha dimostrato la presenza bilaterale del VNO nella cavità nasale e le connessioni
fra i recettori indovati nella struttura e i capillari sottostanti (8). Nel
1998 Monti-Bloch, Berliner e Jennings-White hanno dimostrato attraverso gli
studi di imaging cerebrale una consistente attivazione dell’ipotalamo,
dell’amigdala e delle aree pertinenti al giro cingolato durante la stimolazione
del VNO di adulti umani (6). Questi dati indicherebbero un ruolo determinante
di aree cerebrali coinvolte nella processazione e nella integrazione di stimuli
di tipo mnestico-emozionale (in particolare la paura) come l’amigdala e di
strutture a squisito controllo neuroendocrino come l’ipotalamo. Gli stessi
autori hanno dimostrato la presenza di recettori steroidei nella compagine dell’organo
vomeronasale (1), un dato importante perché conferma la funzionalità endocrina
del medesimo, contrastando quelle correnti di pensiero che insistono sulla sua presunta
inattività; questa evidenza, inoltre, potrebbe indicare l’interazione elettiva
di questo chemocettore con sostanze inquinanti (diossine, insetticidi
organoclorurati, ftalati, bisfenolo A. etc.) che si comportano come
interferenti endocrini per effetto mimetico in grado di determinare pesanti
effetti sulla salute riproduttiva. Dalla revisione della letteratura
internazionale emergono quindi dati confortanti sul ruolo attivo dell’organo
vomeronasale. La relazione fra VNO e Sensibilità Chimica Multipla è stata
avanzata nel 2002 da Greene e Kipen che hanno avanzato l’ipotesi per cui l’interazione
fra xenobiotici ambientali e l’organo vomeronasale potrebbe esercitare un
importante ruolo nella eziologia della MCS.
Possiamo rileggere la funzione di
questa struttura olfattiva nel seguente modo:
1. 1. La revisione della letteratura internazionale
dimostra che il VNO non è una struttura anatomica inattiva nel periodo
postnatale
2. 2. Dati osservazionali confermano sul piano
anatomico la presenza del VNO in una percentuale prossima al 50% della
popolazione (probabilmente superiore con indagini istologiche)
3. 3. Vi sono chiare evidenze del collegamento fra VNO
e aree del sistema nervoso centrale (amigdala, ipotalamo e giro cingolato)
4. 4. È stata messa in luce la presenza di recettori
steroidei nella compagine del VNO
Quale ruolo svolgerebbe il VNO nella Sensibilità Chimica Multipla? Sul
piano filogenetico si tratta di un’entità ancestrale che ha guidato e guida i
mammiferi (e non solo) nella relazione con l’ambiente attraverso l’abilità
neurosensoriale involontaria di captare molecole di segnalazione (feromoni); ma
il quadro epigenetico attuale differisce notevolmente da quello dominante nelle
ere passate per gli effetti dell’inquinamento ambientale generati dall’attività
antropica. In altre parole, il VNO si è dovuto adattare alla comparsa di nuovi
stimoli ambientali, gli xenobiotici (pesticidi, ftalati, diossine, bisfenolo A,
etc.), che agirebbero come feromoni
modificati interferendo pesantemente sull’equilibrio ecologico. Il VNO è plausibilmente
sensibile agli effetti del fenomeno kindling-like,
un fenomeno ben conosciuto dalle neuroscienze e che consiste nella comparsa di
crisi convulsive nei modelli animali, indotte da consecutive stimolazioni
subliminali elettriche o chimiche, innocue se somministrate singolarmente. L’esposizione
del corpo a stimoli ambientali anche di bassa entità, ma ripetuti nel tempo,
può condurre ad una graduale sensibilizzazione come accade frequentemente nel
caso della Sensibilità Chimica Multipla. Il VNO si comporterebbe quindi come una
attenta sentinella biologica, un raffinato
chemocettore ambientale a bassa soglia di attivazione, capace di generare una
risposta di allarme da parte dell’organismo. La captazione ripetuta di stimoli
ambientali subliminali tossici condiziona un’iperstimolazione congiunta degli
organi sensoriali olfattivi (nervo olfattivo e VNO) con comparsa di iperosmia nei soggetti più sensibili. L’esaltazione
del riflesso olfattivo rappresenterebbe sul piano evolutivo un campanello d’allarme
utile all’individuo (e alla specie) per attivare una risposta difensiva di
evitamento; ma questo riflesso sensoriale, in grado di salvaguardare l’incolumità
del singolo (e non solo), viene letto riduttivamente come sintomo di un quadro sindromico
e non come positiva reazione di allerta generale.
BIBLIOGRAFIA
1. 1. Berliner DL, Monti-Bloch L, Jennings-White C, Diaz-Sanchez V.
The functionality of the human vomeronasal
organ (VNO): evidence for
steroid receptors. J Steroid Biochem Mol Biol. 1996 Jun;58(3):259-65.
2. 2. Bhatnagar KP, Smith TD, Winstead W.
The human vomeronasal organ: part IV. Incidence, topography,
endoscopy, and ultrastructure of the nasopalatine recess, nasopalatine fossa,
and vomeronasal
organ. Am J Rhinol. 2002 Nov-Dec;16(6):343-50.
3. 3.Foltán R, Sedý J. Behavioral changes of patients after
orthognathic surgery develop on the basis of the loss of vomeronasal
organ: a hypothesis.
Head Face Med. 2009 Jan 22;5:5.
4. 4. Greene GJ, Kipen HM.
The vomeronasal organ and
chemical sensitivity: a hypothesis. Environ Health
Perspect. 2002
Aug;110 Suppl 4:655-61.
5. 5. Jahnke V, Merker HJ.
Electron microscopic and functional
aspects of the human vomeronasal organ. Am J Rhinol. 2000 Jan-Feb;14(1):63-7.
6. 6. Monti-Bloch L, Jennings-White C, Berliner DL. The human vomeronasal system. A review. Ann
N Y Acad Sci. 1998 Nov 30;855:373-89.
7. 7. Rapiejko P, Zielnik-Jurkiewicz B, Wojdas A, Ratajczak J, Jurkiewicz D.
The existence vomeronasal
organ in adult humans. Otolaryngol Pol. 2007;61(4):581-
8. 8. Wessels Q, Hoogland PV, Vorster W. Anatomical evidence for an endocrine activity of
the vomeronasal organ in humans. Clin Anat. 2014 Sep;27(6):856-60.
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