domenica 24 febbraio 2013

Speleoprofilassi, un nuovo orizzonte

Speleoprofilassi è un neologismo tecnico da me introdotto (Di Spazio, 2013) per identificare le possibili nuove aree di intervento della speleoterapia. Allo stato attuale possiamo considerare 4 aree cliniche di pertinenza: la prima, quella internazionalmente riconosciuta da una cinquantina di studi indicizzati su pubmed, è la cosiddetta speleoprofilassi respiratoria. Le altre 3 aree sperimentali sono: la speleoprofilassi e.d. (elettro-desensibilizzante) è dedicata a chi soffre per i danni generati dall'esposizione all'inquinamento elettro-magnetico. In questi casi la permanenza in ambiente ipogeo, caratterizzato da valori del campo e.m. variabile prossimi allo zero, può rappresentare un approccio ragionato alla desensibilizzazione dagli effetti dell'elettrosmog. Azione molto simile può essere esercitata dalla speleoprofilassi c.d. (chemo-desensibilizzante) rivolta a chi soffre di M.C.S. (sensibilità chimica multipla) per le eccezionali condizioni microclimatiche dell'ambiente ipogeo(valori di allergeni e polveri inferiori ai 4,5 microgrammi per metro cubo di aria). In ultimo non deve essere trascurata la speleoprofilassi psico-emozionale, un ambito interessante per il trattamento non farmacologico della sindrome da stress post-traumatico. (Fonte immagine; archivio Di Spazio)

venerdì 22 febbraio 2013

Speleoterapia: una breve premessa

La speleoterapia (o antroterapia) rappresenta un singolare approccio non farmacologico alla cura dei disturbi broncopolmonari, Viene somministrata in ambiente ipogeo, cioè all’interno di cavità rocciose naturali o artificiali (grotte e miniere dismesse) per un periodo di cura di 10-15 giorni (permanenza ipogea quotidiana di circa 120 minuti). L’ambiente deve rispettare precisi parametri microclimatici: bassa temperatura (circa 9° C), umidità relativa (non assoluta) prossima al 100% e concentrazione di allergeni e polveri inferiore ai 4,5 μgr per metro cubo di aria. Di norma non vengono considerati altri fondamentali parametri, che invece considero di primaria importanza: la genesi orografica dell’ambiente ipogeo, i valori medi del campo elettro-magnetico variabile (indicatore di elettrosmog) e l’intensità del campo geomagnetico (uguale o incrementato rispetto ai valori outdoor). (Fonte immagine: archivio Di Spazio)

giovedì 14 febbraio 2013

Speleoterapia a Predoi in Alto Adige

Il Centro Climatico di Predoi in Valle Aurina (provincia di Bolzano) è il primo centro italiano dedicato alla speleoterapia. La speleoterapia (o antroterapia) viene somministrata in ambiente ipogeo, caratterizzato da temperature basse (da 9° a 12°C). La maggior parte dei Centri di Speleoterapia è concentrata nell'Europa dell'Est, in particolare in Ucraina, in Slovenia e in Polonia. Gli ambienti sono ricavati da miniere dismesse nel passato e per questo è molto importante conoscerne la genesi orografica: molto spesso si tratta di miniere di salgemma (cloruro di sodio), di oro e argento oppure piombo come a Dellach in Carinzia (Austria). Il Centro Climatico di Predoi si contraddistingue da tutti gli altri perché nei secoli passati venivano estratte grandi quantità di rame. Il rame, Cuprum metallicum, è un metallo molto conosciuto in medicina omeopatica per la sua azione miorilassante e spasmolitica; viene impiegato in caso di asma bronchiale, di coliche addominali, di spasmi della muscolatura liscia. In oligoterapia il rame viene impiegato come immunomodulante per incrementare naturalmente le difese del corpo e quindi anche come blando anti-infettivo nelle affezioni batteriche e virali delle vie respiratorie. (Immagine tratta dalla fiaba terapeutica Lo gnomo Mimulus e la magica miniera di Wonderluft)

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